“Un nuovo luogo per la musica, inventato da donne appassionate e discrete; luce, energia, riguardo ed emozione. ”
enzo pietropaoli
“Per me è stato un onore partecipare ben due volte a questo meraviglioso festival che cresce con purezza, proprio come vuole la musica. Auguro a questa rassegna ed alle sue organizzatrici, di essere sempre così solare.”
giovanni scasciamacchia
“Ho avuto il piacere di partecipare col Trio di Salerno alla seconda edizione del Sapri jazz waves. Va bene, il mare del Cilento ed una bellissima location… Quello che mi ha colpito però è stato l’entusiasmo e la passione di tutto lo staff . Ci hanno fatto stare bene, coccolati ed immessi in un clima subito familare. Secondo me, così, la musica viene meglio. ”
aldo vigorito
“Suonare al Sapri Jazz Wave è una di quelle esperienze che si portano per sempre nel cassetto dei ricordi: posto incantevole, bellissima ospitalità, persone dolci e appassionate. Il festival è già un punto di riferimento nel cartellone estivo campano, e spero che in futuro possa diventarlo a livello nazionale, premiando il prezioso lavoro di Palmira, Paola e tutti coloro che si impegnano a realizzarlo. Ad maiora!”
enrico zanisi
“Il Sapri jazz waves ė una realtá italiana destinata a diventare grande. L’entusiasmo, la cura e l’impegno profuso nella realizzazione del cartellone uniti alla bellezza dei luoghi e al loro potenziale fanno del Festival di Sapri una vera perla.
È’ grazie al proliferare di realtá culturali come questa che possiamo sognare un’Italia capitale del turismo mondiale”
fulvio sigurtà
“Ci sono luoghi dove il cuore batte più forte. Luoghi che sembrano appartenere ai sogni. Che trasudano bellezza e urlano semplicità.
Luoghi dove l’odore del pane si mischia al mare e alle prime luci dell’alba.
Stradine strette che portano alla musica, al jazz, ad una naturale improvvisazione!
Uno di questi è il Sapri Jazz Waves..”
elisabetta serio
“Sapri era un paese a me sconosciuto fino alla scorsa estate. Arrivavo in auto con due miei amici e compagni di musica accompagnati da un meraviglioso caldo. Ci accolsero due semplici ragazze, arrivate in bici, accompagnate da un sorriso gigante. Andammo a provare gli strumenti al palco…cena, concerto, bevuta insieme a tutte le ragazze dell’organizzazione. Il giorno dopo ho avuto la fortuna di suonare di nuovo nello stesso luogo con un’altra formazione. Stessa dinamica.
Racconto questa breve storia in questo modo perché è andata proprio così…è stato tutto semplice, mi sentivo a casa, un’atmosfera per me meravigliosa e visceralmente stimolante per suonare. Le ragazze volevano farci stare bene, senza preoccupazioni si impegnavano per questo ma in realtà era naturale veniva tutto da se! Nel frattempo trasportavano strumenti musicali, teloni, aggiustavano tutto ciò che non andava, si preoccupavano della location e di creare la giusta atmosfera per il pubblico, mangiavano quando capitava…tutto questo però, sempre con il sorriso gigante che descrivevo sopra. Credo di ricordare quasi ogni momento di quei tre giorni e tutti rispecchiano il mio ideale di vita…gioia, sorrisi sinceri e musica vera. Questo è quello che succede in quei giorni in un paese che ora conosco molto bene…”
Alessandro Paternesi